1) Carlo Chendi, i tuoi lettori brasiliani ed io, vorremmo sapere come e quando hai cominciato a scrivere storie a fumetti. E perché ti sei specializzato in storie del genere comico?
R: La mia prima storia è stata pubblicata nel giugno 1952, avevo 17 anni e 11 mesi. I miei maestri sono stati Floyd Gottfredson con Mickey Mouse, poi Benito Jacovitti (il più grande autore comico italiano del secolo scorso) e, determinante, Carl Barks.
Al cinema,Charlie Chaplin, i fratelli Marx e Stan Laurel e Oliver Hardy. Ho fatto un tirocinio di due anni, dal1952 al 1954, con vari personaggi (Tiramolla, Trottolino, eccetera), poi sono passato al "Topolino", da sempre il più prestigioso periodico a fumetti italiano.
Al cinema,Charlie Chaplin, i fratelli Marx e Stan Laurel e Oliver Hardy. Ho fatto un tirocinio di due anni, dal1952 al 1954, con vari personaggi (Tiramolla, Trottolino, eccetera), poi sono passato al "Topolino", da sempre il più prestigioso periodico a fumetti italiano.
2) Hai realizzato molte storie che riprendevano, in chiave parodistica e satirica, classici della letteratura e del cinema, come «Il Dottor Paperus »(da Goethe), «Il Giro del mondo in 8 Giorni» (da Julies Verne), «Missione Bob Fingher» dal famoso film con James Bond. Come lavori questi adattamenti di libri o film?
R: Le parodie dei classici della letteratura e dei film sono un’idea italiana, che ha, dopo Gottfredson e Barks, rinnovato i canoni narrativi delle storie e dei personaggi Disney a fumetti. L’idea era quella di parodiare un classico della letteratura, lasciando però invariato il carattere, la psicologia di Paperino, Paperone, Topolino,
Pippo e via dicendo. Per esempio, nella parodia del Dottor Faust, Paperino mantiene il suo carattere, anche se interpreta il Dottor Paperus. In «Missione Bob Fingher», si fa la parodia di James Bond, ma Paperino rimane sé stesso, non assume la personalità di Bond.
3) Luciano Gatto è un grande amico del mio blog e collabora con noi quando gli é possibile. Insieme avete realizzato «Paperino e il Faraone», una storia che narra di un antico faraone, un alter ego di Paperon de’ Paperoni, anche lui avaro «collezionista di monete», che rivive e ha nostalgia dei bagni che faceva nei sicli quando era ancora vivo. Come è nata questa avventura così insolita ?
R: La civiltà dell’Antico Egitto mi ha sempre affascinato, ho sempre divorato le storie degli archeologi (vedi la scoperta della tomba di Tutankhamon da parte di Carter e Carnarvon). Così ho scritto una storia immaginando che un antico Faraone, con lo stesso attaccamento al denaro di Paperon de Paperoni (e il suo stesso aspetto fisico), potesse tornare a vivere e volesse tuffarsi nei dollari custoditi nel Deposito del Denaro. Nell’edizione italiana, per distinguerli, Paperone parla in prosa, mentre il Faraone si esprime in rima.
Luciano Gatto l’ha poi disegnata in maniera molto efficace.
Luciano Gatto l’ha poi disegnata in maniera molto efficace.
4) Hai lavorato con Luciano Bottaro in molte storie. Come è stato il tuo rapporto con questo grande artista?
R: Con Luciano Bottaro eravamo amici da quando eravamo adolescenti. Entrambi con la stessa passione per i fumetti e lo stesso desiderio di diventare, a nostra volta,«autori di fumetti.
Abbiamo praticamente cominciato insieme, io scrivevo le storie e lui le disegnava per quasi quarant’anni, inventando personaggi (Pepito, Baldo, Whisky & Gogo, Pon Pon e molti altri) e contemporaneamente collaborando anche a quelli disneyani. Bottaro era un grande, geniale disegnatore (ma qualche volta scriveva anche le storie che disegnava), un vero, autentico artista.
La nostra produzione «fumettistica» è stata per circa due terzi con personaggi Disney e un terzo con personaggi nostri.
Abbiamo praticamente cominciato insieme, io scrivevo le storie e lui le disegnava per quasi quarant’anni, inventando personaggi (Pepito, Baldo, Whisky & Gogo, Pon Pon e molti altri) e contemporaneamente collaborando anche a quelli disneyani. Bottaro era un grande, geniale disegnatore (ma qualche volta scriveva anche le storie che disegnava), un vero, autentico artista.
La nostra produzione «fumettistica» è stata per circa due terzi con personaggi Disney e un terzo con personaggi nostri.
5) Bottaro, Rebuffi e Chendi, due disegnatori e uno sceneggiatore: insieme avete fondato lo «Studio Bierreci Comics. E, nel 1972, avete creato una manifestazione internazionale di fumetti (Mostra Internazionale dei Cartoonists) che è ormai arrivata alla sua quarantatreesima edizione. Come vivere questa fase?
R: Lo Studio produceva storie a fumetti per l’Italia, la Francia, la Germania, la Svezia. E era anche una «bottega» dove alcuni giovani che l’hanno frequentata,hanno imparato il «mestiere» del fare fumetti. Dalla «bottega» Bierreci sono usciti autori come Giancarlo
Berardi (Ken Parker e Julia) e Ivo Milazzo (Ken Parker).
Per quanto riguarda la Mostra Internazionale dei Cartoonists, ci prefiggevano lo scopo di valorizzare, a livello culturale, artistico e creativo, il nostro «mestiere di autori»· Non siamo stati gli unici, ma senz’altro abbiamo contribuito, a livello internazionale, a dare una nuova dignita al«prodotto fumetto».
6) Quando Carl Barks, durante il tour Europeo del 1994, è venuto in Italia gli hai dedicato una mostra e un libro, con le testimonianze dei maggiori autori di comics italiani sulla «arte». Come erano i tuoi rapporti con lui ? Mai pensato di fare una storia insieme ?
R: Con Carl Barks c’erano rapporti di amicizia, un’amicizia coltivata per circa vent’anni come «amici di penna» e poi consolidata con una conoscenza personale quando ci siamo incontrati a Milano e a Rapallo: infatti, l’avevo invitato a pranzo nel Ristorante dei fumetti "U Giancu". Una giornata indimenticabile.
Non avrei mai osato di proporgli di fare una storia insieme, lui era il mio maestro.
7) La tua prima storia per i personaggi Disney «Le Miniere di Re...Paperone» del 1954, la più recente «Pippo Scudiero della Tavola Rotonda»: cosa è cambiato nel mondo Disney ?
Quali sono i tuoi rapporti con la nuova generazione di «autori disneyani»?
Quali sono i tuoi rapporti con la nuova generazione di «autori disneyani»?
R: I giovani autori sono in sintonia con i loro coetanei, con i quali sono cresciuti condividendo la stessa cultura (Poca letteratura, cinema, tanta televisione, tanti videogiochi, spot pubblicitari, stessi problemi politici e sociali, eccetera), quindi appartengono a una generazione molta diversa dalla mia.
Loro considerano le nostre storie come dei «grandi classici», le ammirano, ma mi pare giusto che le loro storie rappresentino la società in cui viviamo.
Come avviene per i giovani autori di cinema, televisione, letteratura, eccetera.
Loro considerano le nostre storie come dei «grandi classici», le ammirano, ma mi pare giusto che le loro storie rappresentino la società in cui viviamo.
Come avviene per i giovani autori di cinema, televisione, letteratura, eccetera.
7) Quali sono i tuoi rapporti con il Brasile ?
R: Il Brasile è un Paese che amo in modo particolare per il posto che occupa nella formazione del mio immaginario.
E poi in Brasile ci sono persone che conosco e con le quali ho rapporti di amicizia.
Primaggio Mantovi, che ho conosciuto a Lucca.
Julio Schneider, avvocato e traduttore insuperabile delle storie di Julia di Giancarlo Berardi, che ho conosciuto a Rapallo.
Marcelo Alencar, giornalista e traduttore di mie storie Disney in brasiliano. Marcelo inoltre ha acquistato su Ebay, dalla Carl Barks Estate, tutte le lettere originali che avevo scritto a Carl e il libro «Un Mondo di Fumetti» che gli avevo regalato nel 1971.
Alvaro De Moya che faceva parte della giuria che mi ha assegnato lo "Yellow Kid" a Roma nel 1996.
Mauricio De Sousa (Che ho conosciuto a Rapallo).
E ora ho un nuovo amico: Luiz Dias.
E poi in Brasile ci sono persone che conosco e con le quali ho rapporti di amicizia.
Primaggio Mantovi, che ho conosciuto a Lucca.
Julio Schneider, avvocato e traduttore insuperabile delle storie di Julia di Giancarlo Berardi, che ho conosciuto a Rapallo.
Marcelo Alencar, giornalista e traduttore di mie storie Disney in brasiliano. Marcelo inoltre ha acquistato su Ebay, dalla Carl Barks Estate, tutte le lettere originali che avevo scritto a Carl e il libro «Un Mondo di Fumetti» che gli avevo regalato nel 1971.
Alvaro De Moya che faceva parte della giuria che mi ha assegnato lo "Yellow Kid" a Roma nel 1996.
Mauricio De Sousa (Che ho conosciuto a Rapallo).
E ora ho un nuovo amico: Luiz Dias.
8) Grazie per le tue risposte e grazie per le migliaia di storie che hai scritto, che hanno fatto e fanno ancora sognare e i lettori brasiliani, e quelli dei 26 Paesi in tutto il mondo dove vengono pubblicate le tue storie da oltre 40 anni (Adesso anche in China!).
Ci può lasciare un messaggio?
Ci può lasciare un messaggio?
R: Quando, per 10 anni, dal 1989 al 1998, ho lavorato negli uffici della The Walt Disney Company Italia, mi è capitato di sfogliare il book della Disney americana per gli editori licenziatari Disney.
Si diceva, tra l’altro, che le storie a fumetti di Donald Duck, Mickey Mouse e via dicendo, avevano nel mondo circa ottocento milioni di lettori.
Dato che la quasi totalità della produzione a fumetti dei Personaggi Disney era italiana … non è difficile trarre la conclusione su quanti lettori hanno (Pressappoco!) le mie storie.
E quelli brasiliani occupano una parte speciale del mio cuore.
Si diceva, tra l’altro, che le storie a fumetti di Donald Duck, Mickey Mouse e via dicendo, avevano nel mondo circa ottocento milioni di lettori.
Dato che la quasi totalità della produzione a fumetti dei Personaggi Disney era italiana … non è difficile trarre la conclusione su quanti lettori hanno (Pressappoco!) le mie storie.
E quelli brasiliani occupano una parte speciale del mio cuore.
Parabens por esta entrevista inedita.
ResponderExcluirAbracos,
Ayres